Theodor Dreyer…


    …e le angolazioni oblique

    Carl Theodor Dreyer  1889 -  1968).jpgPer le oblique, ritorniamo ai classici, al mai troppo citato e ricordato La Passione di Giovanna D’Arco di C.T.Dreyer. Siamo nel 1928, come saprete. Il cinema ancora sperimentale; chiarisce e conferma la propria grammatica. L’uso che Dreyer fa delle oblique e delle supine è indubbiamente scolastico: Giovanna D’Arco è schiacciata dalla gravità delle accuse, dal peso della “sapienza” e della feroce ironia dei teologi. Quindi, durante le udienze (il suo processo durò ben 14 mesi!) l’interprete Renée Falconetti viene ripresa quasi sempre dall’alto verso il basso, mentre, come è ovvio, i suoi accusatori dal basso verso l’alto, per ritornare alle orizzontali quando deve raccontare l’intervento del frate “buono” Jean Massieu, interpretato da Antonin Artaud , conosciuto commediografo, attore, direttore del teatro francese e creatore del Teatro della crudeltà.


    Un altro maestro da ricordare, è Pierpaolo Pasolini; un’intellettuale che ha recepito il cinema per sensibilità ed intelligenza più che dal lavoro quotidiano. In Il Vangelo secondo Matteo, Pasolini riesce a dosare con grandissima abilità l’impiego delle orizzontali, alternandole alle oblique. E’, questo, un film da vedere e rivedere e da non perdere, perché ci sarà utile anche quando parleremo di sceneggiatura e di montaggio.

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