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Nome: Fernando Ezequiel Solanas.

Data e luogo di nascita: 16 Febbraio 1936, Buenos Aires, Argentina. Costretto a lasciare l’Argentina dopo il colpo di stato militare del 1976, ha vissuto in esilio in Francia fino al 1984. Di ritorno in Sud America, si è consacrato tra i migliori autori cinematografici internazionali con Tangos (1985, premio speciale della giuria a Venezia), Sur (1988, Palma per la miglior regia a Cannes), Il viaggio (1992, presentato in concorso a Cannes) e La  nube (1998, presentato in concorso a Venezia).

 

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In una recentissima intervista, pubblicata da CLOSE-UP, Solanas si presenta così:

 “ La mia esperienza non si limita alla regia: sono cinquant’anni che faccio cinema, l’ho anche insegnato e sono convinto che quando si lavora occorre farlo con una sceneggiatura aperta, con una ipotesi di lavoro precisa: devo sapere dove voglio arrivare. Poi la realtà è talmente ricca che trovi delle cose che non immaginavi ci fossero, ed è questa la cosa più importante, più ricca e più bella del cinema, di un cinema libero e di testimonianza. Per ciò al posto della parola documentario, molto ancorata alla realtà televisiva, preferisco parlare di cinema di creazione libera con una forte base testimoniale, che però recupera tutto un tipo di linguaggio. Naturalmente uso anche il materiale di archivio. E’ questo il cinema che, per il momento, e secondo me, ti permette di offrire la cronaca più oggettiva dei fatti. Diario di un saccheggio è un film più cinematografico de La dignidad de los Nadies in cui ho utilizzato una steadicam con grandangolo per documentare tutta la parte della burocrazia (questi grandi palazzi vuoti e silenziosi), e una macchina più soggettiva, molto simile a quella de La dignidad, per rappresentare la soggettiva della gente che lotta per le strade. 1a.jpg
Si tratta un film forte, che denuncia gli imbrogli del governo e delle società internazionali. In Diario di un Saccheggio, mostro un ospedale di bambini che muoiono di malattie curabilissime ma i genitori non hanno soldi per acquistare farmaci.

D. Le sue immagini sono forti ma allo stesso tempo, ricche di dignità e rispetto:sembra che invitino lo spettatore a riflettere più che a commuoversi. Le nuove tecnologie l’hanno aiutata in questo suo lavoro di denuncia e solidarietà verso il suo Paese?

R. Nel documentario si lavora con un’ipotesi aperta e poi inizia un lavoro di sintesi e rielaborazione che diventa dieci volte più lungo di quello impiegato per girare. Ho usato una macchina piccolissima capace di girare moltissimo. Questo è un vantaggio ma anche un problema perché hai tantissimo materiale che però poi devi saper gestire nel modo migliore, e non è facile. Questo film è stato girato in 40/50 giorni e abbiamo lavorato in montaggio per quasi un anno.

Leggete il testo integrale della intervista su Close-up. E andate a vederlo al cinema. Non so quanto resterà in programmazione. Fandango distribuisce in Italia Diario del Saccheggio, di Fernando Solanas, premiato con l’Orso d’Oro alla carriera al Festival di Berlino del 2004. Uscirà nei cinema italiani il 23 giugno.

a seguire:  FERNANDO SOLANAS 2

 

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