• La Sceneggiatura

Analisi dei personaggi


Sergio Monetta, autore de L’ APPUNTAMENTO, invitato ad analizzare i suoi personaggi, operazione assolutamente necessaria per arrivare al trattamento, scrive:

“L’obiettivo che mi pongo è dare un messaggio corretto. Per corretto intendo eticamente accettabile. Pertanto la morte di Dario deve avere una sorta di giustificazione. Non voglio, cioè, che lo spettatore provi una sensazione di disagio nel tragico epilogo della storia. Ciò non vuol dire che Dario debba essere necessariamente malvagio ma solo che la sua morte sia inquadrata in uno schema generalmente accettato, un modello interpretativo collaudato.
Il “paradosso” può essere una chiave di lettura”

Dario è un marito perfetto. Prossimo ai quaranta, non ha mai tradito sua moglie. E’ tenero, dolce, premuroso (talmente galante da comprare un fascio di rose all’amante prima di consumare il suo unico e fatale tradimento!) . Svolge la sua professione di legale con impegno e devozione: lavora per uno dei maggiori studi della città. E’ fine ed elegante. Ma al tempo stesso affidabile e sicuro di sé: in una parola: è impeccabile. La vita lo ha condannato ad essere perfetto. Pena: la morte.Appunto! Quel giorno Dario ha un appuntamento. Il primo in quasi due anni di matrimonio. Il suo rapporto con Marta è sempre stato intenso e sereno.

Però Marta porta un non so che di grave nel suo animo. E’ tenebrosa, introversa, misteriosa, notturna. Ed esigente. Mentre lui è solare, luminoso, socievole, innamorato della vita e delle cose intorno a sé. Ha conosciuto Giulia per caso, due giorni prima, nel corso di una consulenza presso una grande azienda, dove ella lavora come segretaria di direzione. Lo ha colpito subito la prepotenza della sua femminilità. E’ una donna che sta sbocciando… mentre Marta appassisce, lentamente ed inspiegabilmente, data la sua giovane età. L’attrazione per Giulia ha spinto Dario a conoscerla e a fissare l’appuntamento. Non senza imbarazzo, naturalmente. Dal giorno del suo matrimonio è il primo incontro con una donna che non sia Marta. Quella mattina, a casa, appena alzato dal letto, Dario è nervoso, eccitato, ansioso. Ha rotto i suoi schemi. La sua routine. E’ entrato nel campo dell’incerto, dell’indefinito. E non ha riferimenti. Marta sembra placida ed inerte più che mai. E’ come se sapesse ciò che lui sta per fare e forse anche ciò che sta per capitargli. Lo osserva silenziosa con quei grandi occhi neri, liquidi, mentre lui fa colazione in cucina. Si salutano in silenzio con un tenue abbraccio ed un tiepido bacio. Dario esce di casa, per l’ultima volta, in un abito di lino beige con camicia azzurra e cravatta di seta, color oro. Ha un fisico snello, fresco, capelli corti e brizzolati. Ad attenderlo, al bar in piazza, una Giulia ancor più raggiante di quanto non gli sia apparsa il giorno del loro primo incontro. Morbida e calda, nel suo sensuale tailleur giallo, con le lunghe gambe accavallate sulla sedia di vimini, sotto il sole di mezzo mattino.
Giulia è molto giovane: ha ventiquattro anni. Laureata, emancipata. Sa il fatto suo. Si è trasferita in città per fare carriera in azienda. Ha conosciuto suo marito, Giorgio, in treno, durante un viaggio. Giorgio le piace come persona, ma non per il suo ruolo sociale: svolge la professione di tecnico elettricista per una ditta di antifurti. Lei è ambiziosa, è colta. Lui è semplice, vive alla giornata, senza obiettivi, senza sogni. La passione iniziale e l’attrazione fisica l’hanno spinta a sposarlo, senza ragionare.

Ma ora questo non le basta più. Soprattutto dopo aver conosciuto Dario.
Eccolo mentre va verso di lei, all’appuntamento, con il suo passo sicuro ed il suo stile originale e ricercato.


Marta. E’ l’oggetto misterioso della storia. Il regista occulto ed
inconsapevole (forse) della vicenda. Definirla troppo significherebbe
snaturare questo suo ruolo. Nulla si sa della sua interiorità. E’ taciturna. Lo è sempre stata. Sembra vivere in un mondo tutto suo. Per professione dipinge quadri astratti che una galleria d’arte, tenuta da uno dei suoi pochi amici, riesce a collocare facilmente tra il pubblico. Dario è parzialmente all’oscuro del passato di sua moglie. Egli sa che ella è vissuta a Londra per un lungo periodo, poi a Nuova Delhi e a New York. Il padre, un mercante d’arte, ha abbandonato lei e sua madre diversi anni addietro per andare a vivere da solo in qualche luogo sperduto, in Asia.
Marta è rimasta con la madre fino alla sua morte, avvenuta tre anni prima, quando risiedevano a New York. Dopo il lutto è tornata in Italia, nella città dove ella è nata e vissuta da bambina. Dario l’ha conosciuta durante una mostra pittorica. Si è innamorato prima dei suoi dipinti. Poi di lei.
Quel giorno Marta sente qualcosa di indefinibile. Come se avesse un impegno, un compito da portare a termine, ma non sa cosa. E’la stessa sensazione che ella prova ogni qualvolta sta per metter mano ad un nuovo dipinto: una visione indefinita, un impulso violento ad agire che si placa solo a lavoro compiuto. Probabilmente, ella, pensa, si tratta proprio del concepimento di una nuova opera. Chiude lentamente gli occhi. Si concentra sul suo respiro, cerca di avvertire segnali dentro di sé. All’improvviso li riapre. Ha visualizzato un soggetto nuovo. Una natura morta. Non un soggetto astratto questa volta, bensì un’immagine nitida, definita. Ne fa uno schizzo a matita, su un foglio. Osserva, poi, pensierosa ciò che ha disegnato: sembrerebbe una pianta di orchidee.
Si veste, prende la borsa ed esce di casa per acquistarne una. Deve far
presto: prima di andar via Dario le ha detto che verso mezzogiorno passerà a casa un tecnico per riparare l’antifurto.
Giorgio. Che dire di lui? Una persona normale, un tipo qualunque, ma non per questo banale o superficiale. Il suo aspetto dimesso non è dovuto a trascuratezza, ma a tranquillità interiore. I capelli po’ troppo lunghi ed arruffati. Sempre soprappensiero, ma non preoccupato. Un personaggio taciturno, ma con modi gentili ed acume intellettivo. Per lui ogni giorno è come un altro: fine a se stesso e non funzionale a qualcosa.
Nel corso della sua vita ha sempre accettato con serenità ciò che, di buono e di cattivo, la vita gli ha offerto. La scelta di sposare Giulia si è
rivelata sbagliata. Giulia sembrava una ragazza semplice, innamorata del quotidiano, del rapporto con gli amici, di lui. In due anni si è
trasformata. E’ cresciuta. La sua personalità si è definita meglio. E la
distanza tra loro è ormai divenuta incolmabile. Giorgio prende la borsa degli attrezzi ed esce di casa. Deve riparare l’antifurto perimetrale di un a casa in centro. Il giorno prima egli ha avvertito il proprietario dell’appartamento, un avvocato, che sarebbe passato di lì in tarda mattinata.

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