Francesca Bertini .6
1900 L’ITALIA CHE VA AL CINEMATOGRAFO
Sugli schermi è il gran momento di Bartolomeo Pagano. Il maschio italiano invidia i muscoli di Maciste, la sua bontà, il suo saper incantare i bambini, ma ha occhi e inconfessati desideri solo per lei, per Francesca Bertini, e non solo perchè come si attacca alle tende lei , non si attacca nessuno. Nata a Firenze nel 1892, figlia d’arte, morirà a Roma nel 1985. Adottata per ragioni che ignoro da un trovarobe napoletano, inizia giovanissima la sua carriera di attrice nella compagnia di Eduardo Scarpetta. Fu proprio il grande capocomico napoletano a mutare il suo nome da Elena Seracini Vitiello in Francesca Bertini. Debutta nel cinema nel 1904, una carriera non facile. Ha dalla sua una straordinaria fotogenia, tanto da convincere i registi ad avvicinarsi con la macchina da presa sino a sfiorarle il volto, mettendo così in risalto e trasmettendolo al pubblico le sue grandi capacità espressive. Capacità che le permettevano di interpretare qualunque ruolo; era grande come donna del popolo quanto come nobildonna. Tuttavia, col trascorrere degli anni e nella ripetitività dei ruoli, Francesca Bertini accentuerà quel suo muoversi tragico ed esagerato che andrà sotto il nome di bertinismo.
Tra i numerosi film ( oltre 90) da lei interpretati ricordiamo: Francesca da Rimini (1911), Romeo e Giulietta (1912), Tristano e Isotta (1911), Per il blasone (1913), L’anima del dèmi-monde (1913) Histoire d’un Pierrot (1914) di Baldassarre Negroni; la Assunta Spina (1915) di Gustavo Serena.
E’ proprio in Assunta Spina, che Francesca Bertini mette in scena tutto il suo enorme potenziale espressivo, consacrandosi definitivamente la diva del cinema italiano e non solo. Ad Assunta Spina seguiranno
La Signora delle Camelie (1915),
Odette (1915), Fedora (1916),
Adreina (1917)
tutti film girati mentre impazza il grande massacro Sposa nel 1921 il nobiluomo svizzero Paolo Cartier e da allorafarà solo brevi e saltuarie apparizioni sullo schermo, l’ ultima in Novecento, di Bertolucci.
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