Come un film

    anzi: un film.

    A. Blasetti 1900-1987.jpgTerminiamo il nostro piccolo escursus informativo sul documentario. Abbiamo accennato ad alcuni registi di chiara fama che non hanno esitato a lavorare come documentaristi. All’inizio della loro carriera o durante, la loro carriera. Credo di poter affermare che tutto il Gotha del cinema italiano è nel Gotha della documentaristica.
    Tanto per rimanere in famiglia, ricordo che per un decennio (dal ‘60 al ’70) molti film/documentari incontrarono il successo ed una vasta distribuzione. Il carattere era informativo/sexy, come Europa di Notte del maestro Alessandro Blasetti, o di finta denuncia come Africa Addio, o peggio ancora composto da reportages orripilanti come in Mondo Cane e Africa Addio

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    Questi ultimi due film/documentari, per la regia di Gualtiero Jacopetti e di Franco Prosperi. Furono comunque esperimenti validi per allargare gli orizzonti visivi di un gran numero di spettatori. Ricordo, per chi non fosse andato a leggersi la scheda, che Europa di Notte è del 1959, ovvero confezionato per un pubblico di italiani sessualmente repressi, che poco avevano viaggiato, figuriamoci all’ estero, e che ignoravano persino l’esistenza dello streep tease. Comunque, quei film/documentari, aprirono la strada a tanti capolavori ispirati non solo ai Campi di Sterminio, ma alla natura, ai viaggi, alle scoperte scientifiche. E furono proprio questi lavori a togliere dal cortometraggio quella patina didattica fortemente voluta durante il Ventennio per a consegnarlo a noi con tutte le sue vere potenzialità. In conclusione, un documentario può avvicinarsi anche al Corto: è sufficiente metterci fantasia a molta creatività

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