Il risveglio di interesse verso il passo ridotto si va qualificando in azioni e proposte di grande importanza. Segnalo l’ iniziativa della Comunita Montana del Casentino chiamata Seicento minuti del Novecento:
” Il progetto si propone di aprire un percorso significativo per il salvataggio, tramite riversaggio in digitale, conservazione e catalogazione, di pellicole cinematografiche amatoriali e professionali in vari supporti 8mm, super 8 e 16mm, 35 mm o altro realizzati nel Novecento in ambito familiare o professionale”

Di altro tenore, l’ iniziativa della Regione Piemonte e del Comune di Ivrea che cerca materiale a passo ridotto per:

“Raccogliere i documenti che attestano la storia della industria e del lavoro: una impresa che richiederebbe oceani di carta, e che probabilmente non basterebbe a dare una visione a 360 gradi del settore. La soluzione sta nelle immagini, nelle cronache raccolte in varie epoche dalla macchina da presa…

Sono certo che altri Comuni e altre Regioni si vanno adeguando a queste iniziative, particolarmente interessanti sotto il profilo sociale e storico del secolo appena passato. Quindi, se avete “roba”nei cassetti frutto della passione di un nonno o di un padre, non esitate ad inviarla, sia per avere in cambio una trasposizione in analogico o in digitale e sia per contribuire a mettere a disposizione di studenti e studiosi testimonianze di alto valore umano.

Ma come in tutte le cose belle, esiste anche un lato meno positivo: C’è il rischio che il nuovo cineamatore, quello di oggi che usa la digitale e un programma di montaggio del proprio computer si senta investito di responsabilità che non gli competono. Quando filmiamo nostro figlio o nostro nipote seduto per la prima volta sul vasino, non dobbiamo pensare che stiamo trasmettendo una testimonianza ai posteri, ma dobbiamo continuare a pensare che stiamo riprendendo qualche cosa che ci commuove e che riguarda solo noi e i nostri parenti.

C’ è un metodo per salvaguardare la nostra innocenza creativa?

Forse sì e in quel forse io, forse, posso esservi di aiuto.

Scritto da Giulio Berruti domenica, 8 luglio 2007 alle ore 07:58 [Permalink]